Nel 1949, il maestro Carmelo Belfiore, poneva le basi per dar vita ad una lenta e progressiva trasformazione del modo di vedere, guardare, osservare, memorizzare e gelosamente archiviare il divenire di un popolo: lo scorrere della vita quotidiana, le radicate tradizioni, i costumi, il folclore, i riti religiosi, i personaggi e le personalità, nonché il meraviglioso ed affascinate scenario che Montalbano ha sempre generosamente offerto a chi, libero da noie e monotonie, riesce a godere della semplicità di uno spettacolo naturale senza paragoni.
Nasce così lo Studio Fotografico Belfiore, attraversando scetticismo e diffidenza per ciò che veniva affiancato a poco più che stregoneria: da un foglio bianco prendeva forma l’immagine per testimoniare l’evento e tramandarlo ai posteri.
Istantanee di vita vissuta, frammenti di eventi irripetibili venivano così congelati in una frazione di secondo per documentare il divenire.
Tra i fumi ed il sapore acre degli acidi dello sviluppo e del fissaggio fotografico si profilava una professione che ha mantenuto intatto, nel tempo, l’amore e la passione per l’immagine.
Oggi, in questa snaturata giungla di scattisti e professionisti d’assalto, tutto e’ stato inesorabilmente stemperato e massificato.
Gli eventi sono in mano a chi, con presunzione e superficialità, fa vanto del risultato di filtraggi computerizzati senza intervento alcuno del proprio ingegno e/o genio artistico.